mercoledì 1 luglio 2009

Reporter’s Center: scuola di giornalismo online


“Avete mai filmato con la fotocamera del vostro cellulare una calamità naturale o un crimine? Avete mai filmato una manifestazione di protesta, e poi avete intervistato i partecipanti? Avete mai prodotto una storia riguardo ad una questione locale nella vostra comunità? Se hai fatto una di queste cose o aspiri a farla, sei parte della grande comunità di cittadini reporter su YouTube, e questo canale è per voi”. Questa è la didascalia che appare sul canale appena lanciato da Youtube: Reporter’s Center, dedicato non solo al citizen journalism, ma un educational vero e proprio per formare e preparare al giornalismo: da quello investigativo, alle interviste, all'etica della professione. La sezione è stata creata per addestrare i giornalisti alla professione con materiale video (finora ne sono stati caricati 34) e consigli di firme prestigiose, come Bob Woodward del Washington Post, celebre per aver dato spazio allo scandalo Watergate, nel 1972, che ha rilasciato un contributo sul giornalismo investigativo, o come Randi Zuckerberg che fornisce otto consigli su come ottimizzare la distribuzione dei contenuti su YouTube. Si tratta quindi di una risorsa importante per giornalisti ed esperti per conoscere un settore del giornalismo in piena crescita, e che ha bisogno di suggerimenti e consigli per migliorare.

martedì 30 giugno 2009

Myspace. Verso la chiusura della sede italiana

Esattamente due anni dopo aver aperto i battenti, con un concerto degli Afterhours pubblicizzato solo online, MySpace Italia sta rischiando la chiusura insieme a un'altra decina di filiali del noto sito di social networking. Infatti MySpace, il social network più famoso, sta navigando in brutte acque con dipendente licenziati a migliaia e utenti che scelgono di non far più parte del network. E per questo il network ha annunciato di avere in programma di tagliare i due terzi della sua forza lavoro e di chiudere almeno quattro dei suoi uffici fuori dagli Stati Uniti. Il piano di ristrutturazione si applicherà a tutte le divisioni internazionali di MySpace, che licenzierà dunque 300 dipendenti a livello internazionale (su un totale di 450 dipendenti). In base al piano proposto, MySpace revisionerà tutti gli uffici esistenti in Argentina, Brasile, Canada, Francia, India, Italia, Messico, Russia, Svezia e Spagna per possibili ristrutturazioni. Al completamento, Londra, Berlino e Sydney diventeranno i poli regionali primari per le operazioni globali del social network. I tagli non riguardano la filiale in Cina, che è di proprietà di operatori locali, e quella in Giappone, che è una joint venture. Tutte queste misure rientrano in una pesante ristrutturazione dell'intera divisione Fox Interactive Media del colosso della comunicazione News Corp di Rupert Murdoch, di cui MySpace fa parte dopo essere stata acquisita nel 2005 per 580 milioni di dollari. All’origine di molti degli attuali guai di MySpace c’è Facebook con il suo sorpasso nel numero di utenti di qualche mese fa: attualmente fb ha oltre 200 milioni di utenti, mentre MySpace 130 milioni.

lunedì 29 giugno 2009

Journalism online: l'edicola elettronica

Potremmo definirla una sorta di edicola elettronica la nuova società “Journalism Online”, fondata tra gli altri dall’avvocato e scrittore Steven Brill e il manager Gordon Crovitz, già stratega del modello a pagamento del Wall Street Journal, che servirà per i pagamenti online dei contenuti dei giornali americani. La notizia è che - stando a quanto afferma il Nieman Journalism Lab - Journalism Online avrebbe già siglato accordi con tre o quattro grandi gruppi editoriali Usa. Brill e i suoi offrono ai giornali quattro tipologie di servizi: - una tecnologia con un unico login e password che consentirà ai lettori online di acquistare diverse tipologie di prodotti editoriali. Dall’abbonamento alla copia, fino al singolo articolo; - possibilità per i lettori di stipulare abbonamenti multi-testata; - un servizio di consulenza per gli editori sui modelli di business che funzionano di più; -la possibilità di negoziare come rappresentante di più editori, e quindi con un miglior rapporto di forza, la distribuzione, l’indicizzazione e la monetizzazione dei contenuti degli editori con i motori di ricerca e i grandi aggregatori. Il modello di business proposto da Journalism Online agli editori è di tipo misto: dalle slide di presentazione della società si ricava anche qualche numero. Una strategia di monetizzazione parziale dei propri contenuti, mantenendone una buona parte gratis, consentirebbe ad esempio a un giornale - stando alle cifre di Brill e soci - di conservare l’88% del traffico online e il 91% del ricavo pubblicitario precedente, con un saldo positivo derivante dalla vendita dei contenuti, per un quotidiano da 660mila copie, di 15,6 milioni di dollari il primo anno. Va detto che sono stime e che si tratta di numeri basati sul mercato Usa, con l’assunzione che il 10% degli utenti attuali sia disposto a pagare una parte dei contenuti a cui accede. E’ presto per dire se funzionerà, ma il tentativo merita di essere seguito con attenzione.

sabato 27 giugno 2009

Bing: ora sui cellulari

Il motore di ricerca di Microsoft Bing è in circolazione da poco, da pochissimo in realtà, ed è il prodotto con il quale Steve Ballmer cerca di recuperare il terreno perduto in favore di Google, che tranquillamente domina il settore. Ma in questo brevissimo spazio di tempo Bing ha fatto segnare degli straordinari risultati: ha aumentato la propria quota di mercato pur restando alle spalle di Google e Yahoo. E l'ultima novità legata a Bing è la sostituzione di Live Search Mobile per Pocket PC e smartphone dotati di sistema operativo Windows Mobile con il nuovo motore di ricerca Bing Mobile, che raggrupperà i principali servizi del portale Live in maniera fruibile da un dispositivo mobile. Moltissimi i servizi per i cellulari, dalla ricerca delle attività commerciali, con numero di telefono, orari apertura, posizione geografica, alle mappe con percorsi di guida, dalle informazioni sul traffico stradale al prezzo della benzina nelle aree di servizio più vicine, dall'elenco dei cinema in zona, con i film proiettati e relativi orari all'ovvio servizio di aggiornamento news dell'ultima ora. Rispetto al passato la novità più interessante per gli utenti italiani e che molti servizi che prima erano limitati agli Stati Uniti verranno, dall'autunno, attivati anche per il nostro paese.

giovedì 25 giugno 2009

XP vivrà fino al 2011

Per quanto riguarda le decisioni prese sul futuro del più amato sistema operativo di tutti i tempi, Microsoft ha fatto marcia indietro: XP resta in circolazione almeno fino ad aprile 2011. Molte aziende usano ancora XP con soddisfazione nei propri domini aziendali, e vogliono passare con molta prudenza a Windows 7, dopo la breve ma intensa delusione di Vista. Così Microsoft ha deciso di andare loro incontro: per 18 mesi, infatti, sarà possibile passare da Windows 7, Ultimate o Professional, a Windows XP. In questo modo le aziende potranno continuare a usare il sistema operativo che conoscono, e rinviare il passaggio al nuovo SO in un momento successivo.XP, quindi, vivrà almeno fino al 2011. La decisione si deve, probabilmente, alla volontà di evitare forzature simili a quelle vissute con Windows Vista, che hanno generato tante critiche e lamentele, compromettendo la reputazione del sistema e dell’azienda.

mercoledì 24 giugno 2009

Wolfram Alpha: il nuovo motore di ricerca

Wolfram Alpha è finalmente online e promette davvero di rivoluzionare il web. All’apparenza è un semplice motore di ricerca come Google, Windows Live o Yahoo, ma in realtà sotto la facciata familiare si nasconde un software sofisticato in grado di interpretare domande e formulare risposte accurate poste dagli utenti in linguaggio naturale. Quello che si presenta come il maggiore rivale di Google mostra ora da sé come gli obiettivi dei due motori siano differenti. Interrogare Google significa aspettarsi una serie di documenti in cui è presente la chiave di ricerca, al contrario interrogare Wolfram Alpha significa lasciare l’elaborazione della risposta al software e godersi i risultati già pronti. Non necessariamente il secondo approccio è migliore del primo. Sicuramente è più pratico se si cerca la risposta a una domanda precisa o se si vogliono dei dati su un determinato fenomeno; si torna a Google, invece, quando si vuole avere una panoramica dei contenuti del Web senza che siano stati “predigeriti”. Quindi l’idea di Wolfram è quella di trovare una via alternativa alla conoscenza web, proponendo una strada piastrellata di conoscenze scientifiche. Per questo motivo, pur essendo in netta contrapposizione con Google, questo progetto non lo sostituisce, anche se la domanda spontanea che ne deriva è se Wolfram possa essere tanto rivoluzionario da oscurare il successo ultra decennale della grande G. Indubbiamente i presupposti ci sono, compresa la crescente attesa diffusa a livello internazionale che sta trasformando l’arrivo del software in un vero e proprio evento mediatico.

martedì 23 giugno 2009

Windows 7 senza explorer

E’ arrivata una presa di posizione della Commissione Ue dopo l'annuncio di Microsoft, che commercializzerà in Europa il sistema operativo Windows 7 senza Internet Explorer, il browser della casa. La Commissione ha ricordato che è ancora in corso la sua ricognizione sul comportamento della multinazionale del software e che in caso fosse riconosciuta ufficialmente la lesione della concorrenza non sarebbe sufficiente non dotare il sistema operativo di alcun navigatore web, ma occorrerebbe che Microsoft offrisse diverse alternative concrete, come i browser "alieni" Safari, Firefox, Chrome e Opera. La decisione dell'azienda era arrivata dopo che, nello scorso gennaio, la Commissione Europea per l'Antitrust aveva richiesto a Microsoft di lasciare libera scelta ai propri utenti sul browser da utilizzare. Fino ad adesso l'azienda di Bill Gates aveva sempre dichiarato che Internet Explorer era parte integrante del sistema operativo e per questo non poteva essere escluso da Windows. Nonostante la crescita degli altri browser, Explorer è ancora il software per navigare in Internet più utilizzato, con una percentuale vicina al 66%. Segue Firefox con il 23% e Safari con l'8,4%. Opera e Chrome, il browser di Google, si dividono la restante fetta di utenti. Dave Heiner, General Counsel di Microsoft, ha dichiarato che "sarà possibile per ogni utente scegliere se istallare o meno Internet Explorer, in modo del tutto gratuito".

lunedì 22 giugno 2009

Youtube:pochi guadagni molti partner

Youtube guadagna o non guadagna? Vi sono varie risposte a questa semplice domanda. Google non fornisce dati certi in proposito, limitandosi ad ammettere che YouTube non produce profitti, ma secondo gli analisti di RampRate a Google non fa comodo far sapere che i conti migliorano, perché la percezione di grosse perdite consente di trattare costi minori per i diritti di programmi tv, film e musica, e di veder nascere meno cause legali dagli aventi diritto, che si sentono meno danneggiati se YouTube non guadagna un euro dalla programmazione dei loro contenuti. Di altro parere è quindi lo studio di RampRate Inc che ha calcolato le perdite di YouTube per quest'anno: intorno ai 174 milioni di dollari, molto di meno dei 470 milioni di dollari stimati solo due mesi fa dagli analisti del Credit Suisse. La differenza delle due valutazioni è essenziale non solo per le casse di Google (che ha acquistato YouTube nel 2006 per 1 miliardo e 760 milioni di dollari) quanto per gli investitori, che vedrebbero nel calo delle perdite una straordinaria novità. YouTube è infatti uno dei siti più visti al mondo ma ancora non ha dimostrato alcuna capacità di trasformare questo successo in denaro contante. Ma sono tanti le aziende che aprono su YouTube i propri canali, trasformando il sito di videosharing in una vera e propria piattaforma televisiva planetaria, nella quale è possibile, sempre di più, non solo trovare cose di ieri o del passato remoto, ma anche essere costantemente aggiornati sulle novità più interessanti. YouTube resta uno dei siti più frequentati del mondo e che il suo successo, secondo Wired, sta portando alla nascita di un "Tubeverse", un universo di cloni che usano "tube" nel loro nome. SportsTube a GuitarTube, da DnaTube a SwimTube, sono centinaia i siti che hanno sfruttato l'onda del successo del servizio di videosharing di Google per creare spazi tematici con un nome simile e un simile approccio alla materia video.

venerdì 19 giugno 2009

LE STELLE ON-LINE: LE COMMUNITY DEL TURISMO CAMBIANO IL MERCATO


Gi albergatori tremano al solo pensiero che quello che hanno di fronte alla reception dell’albergo non è più solo un semplice turista che ha scelto di soggiornare nel loro albergo, ma un severissimo critico autoeletto che potrà stroncare il servizio in camera, magari considerato troppo lento, o l’arredo dell’hotel, considerato troppo antico o magari apprezzare la colazione, perché ben fornita, e quindi promuovere l’albergo magari con sette stelline. Si chiama on line reputation: è l'implacabile giudizio di quei turisti che non si accontentano di viaggiare ma vogliono condividere la loro esperienza, ovviamente on-line. La forza di questo nuovo metodo sta nel fatto che i viaggiatori si rassicurano solo con il giudizio di chi è nella loro stessa posizione e quindi si fidano delle opinioni dei turisti. Primi responsabili, della nuova censura virtuale, sono i vari motori di prenotazione on line. Ciccando su expedia. com o su booking. com sembra di essere tornati a scuola: da uno a dieci per segnalare pregi e difetti. Ma tutto sta nel vedere le cose dal verso giusto: infatti se il giudizio sull’albergo è positivo si crea dell'ottima pubblicità gratuita. Mentre se è negativo viene data la possibilità ai proprietari di rispondere e interagire con chi è stato nella loro struttura e chi lo fa in modo intelligente potrà sicuramente conquistato nuovi clienti. In effetti, anche gli albergatori sembrano cominciare lentamente a convincersi. Se prima nicchiavano ora si organizzano. La nuova tendenza è quella di creare un ufficio dedicato al contatto con i clienti che, sempre tramite la rete, permette agli albergatori di rispondere alle critiche. E in certi casi molti albergatori cercano di prevenire: offrendo le camere migliori proprio a chi prenota sul web.