lunedì 29 giugno 2009

Journalism online: l'edicola elettronica

Potremmo definirla una sorta di edicola elettronica la nuova società “Journalism Online”, fondata tra gli altri dall’avvocato e scrittore Steven Brill e il manager Gordon Crovitz, già stratega del modello a pagamento del Wall Street Journal, che servirà per i pagamenti online dei contenuti dei giornali americani. La notizia è che - stando a quanto afferma il Nieman Journalism Lab - Journalism Online avrebbe già siglato accordi con tre o quattro grandi gruppi editoriali Usa. Brill e i suoi offrono ai giornali quattro tipologie di servizi: - una tecnologia con un unico login e password che consentirà ai lettori online di acquistare diverse tipologie di prodotti editoriali. Dall’abbonamento alla copia, fino al singolo articolo; - possibilità per i lettori di stipulare abbonamenti multi-testata; - un servizio di consulenza per gli editori sui modelli di business che funzionano di più; -la possibilità di negoziare come rappresentante di più editori, e quindi con un miglior rapporto di forza, la distribuzione, l’indicizzazione e la monetizzazione dei contenuti degli editori con i motori di ricerca e i grandi aggregatori. Il modello di business proposto da Journalism Online agli editori è di tipo misto: dalle slide di presentazione della società si ricava anche qualche numero. Una strategia di monetizzazione parziale dei propri contenuti, mantenendone una buona parte gratis, consentirebbe ad esempio a un giornale - stando alle cifre di Brill e soci - di conservare l’88% del traffico online e il 91% del ricavo pubblicitario precedente, con un saldo positivo derivante dalla vendita dei contenuti, per un quotidiano da 660mila copie, di 15,6 milioni di dollari il primo anno. Va detto che sono stime e che si tratta di numeri basati sul mercato Usa, con l’assunzione che il 10% degli utenti attuali sia disposto a pagare una parte dei contenuti a cui accede. E’ presto per dire se funzionerà, ma il tentativo merita di essere seguito con attenzione.

3 commenti:

  1. ha ragione, una notizia da seguire nel suo evolversi. Credo infatti che sarà il passo successivo dell'informazione tra cartaceo e digitale: come ha detto recentemente il magnate Murdoch, le aziende editrici non possono continuare a "regalare" gratuitamente sul web tutta la loro informazione.

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  2. Sono d’accordo anch’io. E’ improbabile pensare che i giornali sul web restino gratuiti ancora a lungo: prima o poi gli editori di carta stampata, alle prese con una situazione di forte crisi dovranno trovare nuovi modelli di business. Mettere in vendita parte dei contenuti dei siti web delle testate sarà sicuramente una delle possibili soluzioni. Anche se credo che la formula “pay-for-read” potrebbe essere vincente se e solo se i dati forniti dalle testate siano caratterizzati da contenuti altamente specialistici e ad altissimo valore aggiunto. Il rischio se no potrebbe esse che, in un mondo di concorrenza globale, mettere i giornali online a pagamento farebbe migrare i lettori su altre testate e fonti ancora gratuite.

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